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lunedì 20 giugno 2011

LENTE PERCEZIONI

Mi piace stare nell’appartamento di Milena. Mi piace quando mi chiama. Bhe la maggior parte delle volte è perché ha bisogno di qualche lavoretto in casa: annaffiare le piantine, il lavandino che si intasa, la lampadina fulminata… ecco ora sono qua proprio per una lampadina fulminata.
È una brava ragazza, molto simpatica. Devo dire che è davvero molto bella, mi ha lasciato proprio senza fiato la prima volta che l’ho vista nel palazzo. Sarà per questo che ha così tante amicizie.
Ma no che centra, è il lavoro che fa che porta tutti ‘sti ragazzi a casa sua. Fare massaggi rende molto, mi diceva ieri. Se una è brava poi la voce si sparge e i clienti arrivano da soli. Come l’ amico mio Ezio che aggiustava i computer anni fa, che non c’erano mica tutti ‘sti negozi di informatica come ora. Lui aggiustava i computer degli amici, poi la voce si è sparsa ed ora fa il macellaio al reparto salumi alla Coop. Però i computer glieli portano ancora per farseli aggiustare.
Milena invece fa solo i massaggi, forse gli escono meglio dei computer di Ezio perché lei non ha bisogno di lavorare alla Coop. Forse fa anche la cantante: ogni tanto sento che fa degli esercizi con la voce. Cose tipo vocalizzi: “Aaaaaaaah, oh oh oh, si, si, aaaaaaaaaaaah”. Bho non ne capisco tanto.
Ora è di la con un cliente, e mi pare stia facendo anche gli esercizi. Non si capisce bene, le porte sono chiuse ed io sono qua a terra. Sono caduto dalla scala, ma non credo di essermi fatto male: non sento nessun dolore. Però non riesco a muovermi, forse sono svenuto e non me ne sono accorto. Non sento nemmeno il freddo del pavimento di marmo. Ah, lo diceva sempre mio padre che sono un po’ lento e le cose le capisco sempre dopo. Ma ora l’ho capito: non riesco a muovermi perché sono svenuto. Ora chiudo gli occhi e resto qua finché non rinvengo. Tanto tra un po’ Milena viene e mi sveglia.

Uff… credo sia passato tanto, almeno mezz’ora e non sono rinvenuto. Comincio a pensare di essermi sbagliato, forse non ero svenuto. In effetti vedo il muro, la porta e le mosche che svolazzano basse, e sento le automobili che passano e i rumori dell’altra stanza. Solo che non riesco a muovermi.
Mi sa che di la hanno finito, sento parlare. Mi pare che stiano litigando però. Forse Milena gli ha chiesto troppo, o questo tipo si lamenta che non gli è piaciuto il massaggio. Impossibile, secondo me lei è bravissima.
Forse hanno aperto la porta, ora comincio a sentire meglio. Lui le sta dicendo delle brutte parole, tipo che è una poco di buono, una donnaccia, però con altre parole più volgari. Lei invece gli ha detto “stronzo, vattene via da qui. Porco infame”. Se la sentiva mia mamma si arrabbiava, una signoria non dovrebbe dire queste parolacce.
Ora sicuramente entreranno in cucina e mi vedranno a terra. Magari chiameranno l’ambulanza, che ridere! Si prenderanno un bello spavento quando vedranno la macchia di sangue che si allarga sotto la mia testa. Ma io non sento niente, quindi sto bene.
Intanto di la hanno smesso di gridare, però lui diceva che la voleva ammazzare, che era solo sua e non doveva farsela nessun altro. Che vuol dire “farsela”? Sto tipo è proprio strano. Da un mesetto viene qua quasi tutti i giorni e ogni tanto l’ho visto litigare con altri clienti. Un tipo poco raccomandabile: la mamma direbbe che è un tipo proprio-proprio pochissimo raccomandabile. Che poi è un omone di due metri, larghissimo. Non grasso, non ha la pancia come mio padre, ma è proprio larghissimo. Tipo Inoki o Baba. Inoki però è più forte: una volta ha battuto pure l’Uomo Tigre!
Oh ma la sta picchiando. Si, lei sta dicendo che le fa male se le tira i capelli e sento rumori si schiaffi. Ora mi alzo e lo fermo. Non mi interessa se è grosso, a Milena non la deve picchiare. Ah già: non riesco a muovermi.
Che sono ‘sti rumori? Sembra che stanno sbattendo qualcosa contro la porta. Forse hanno capito che sono qua e cercano di sfondare la porta. Ma non fanno prima ad aprirla? Forse è bloccata.
Mi sa che hanno fatto pace: Milena non grida più, però continuano a colpire la porta. Però dopo dieci colpi l’avrebbero dovuta aprire. Forse questo tizio non è tanto forte come sembra.
Gli è caduto qualcosa a terra, lo vedo da sotto la porta. Non entra più luce da sotto la porta, però sta passando qualcosa. Un liquido scuro, sicuramente hanno rotto qualche bottiglia. Ora ho capito: volevano fare pace bevendo un po’ di vino e si è rotta la bottiglia. Infatti sembra rosso quel liquido sotto la porta. Però non ho sentito rumore di vetri rotti.
Il tizio continua a dire “Oh mio Dio, che ho fatto, oh mio Dio” e bla bla bla. Quante storie per una bottiglia di vino. Però pure papà si arrabbiava se si rompeva la bottiglia del vino o la rovesciavo sulla tovaglia. Si arrabbiava e mi chiamava “stupido ritardato”. Però solo perché era arrabbiato, poi però mi chiedeva scusa sennò la mamma piangeva.

Il tizio se ne è andato da un bel po’. Forse è uscita anche Milena, perché non la sento parlare. Non sento nemmeno rumori. Vedo solo quella macchia di vino che si allarga e mi sta quasi raggiungendo. Ha lo stesso colore del sangue che mi sta uscendo dalla testa. Forse però non è vino.

Milena è morta. L’ha detto una voce dietro la porta. Da sotto la porta vedo le ombre dei piedi che passano per prenderla e portarla via. Uno diceva che ha la testa fracassata. Forse pure io ho la testa fracassata. Però non voglio essere morto. Forse non mi muovo proprio perché sono morto. Però vedo e sento. Bho, ancora non mi sono accorto che sono morto.
Povera Milena, siamo morti insieme. Preferivo che restavamo vivi insieme. Mi piace stare  nell’appartamento di Milena. Mi piace quando mi chiama. Bhe ora non mi chiamerà più, credo. Mi sento triste.
Gli infermieri se ne sono andati, pure i poliziotti. Hanno detto che ora sigillano l’appartamento e non deve entrare più nessuno. Però io poi posso uscire, appena di alzo da terra.


Sto pensando che non mi alzo più da terra. Forse mi sono rotto la schiena. Nei film dicono così: se ti rompi la schiena poi resti paralizzato. Si, sicuramente mi sono rotto la schiena.
Vorrei potermi muovere per cacciare via ‘ste mosche che sono venute a mangiare il mio sangue. Pussate via moscacce! Ora che comincia a fare buio ho un po’ di paura a stare solo. Chissà se mi troveranno presto oppure dovrò dormire a terra questa notte. Mamma e papà non sapevano che venivo qua. Non gli piaceva Milena a loro. A me si però, mi piace tanto.
Però ora è morta, chissà se morirò pure io. Mi sento un po’ triste. Voglio tornare a casa. Mamma vieni a prendermi.

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