L’uomo
vestito di nero correva velocemente, saltando agilmente tutti gli ostacoli che
gli si paravano davanti. “Un percorso familiare” pensò, mentre superava
rapidamente la ringhiera di un terrazzo per buttarsi sul tetto della casa vicina,
e sparire nell’oscurità dei vicoli.
Il
poliziotto stava ancora salendo la scala, affannato e sudato. Aveva perso il
cappello durante la corsa e si era allentato la cravatta. Arrivato sul terrazzo
si fermò a riprendere fiato, piegato i due, con le mani sulle ginocchia. Ormai
il fuggitivo era perso.
“Oh,
chi succediu? A voliti finiri cu sti passiamentu?” Gridò un uomo affacciato al
balcone. Era vistosamente arrabbiato, ma mutò in fretta il suo stato d’animo in
imbarazzo, mentre il poliziotto si affacciava al parapetto per guardare di
sotto.
“Ehm…
salutiamo Commissario. C’è qualche problema?”
“Ma
quale Commissario?! Torni a dormire che non è successo niente!” Disse stizzito
il poliziotto. Si sentiva sempre preso in giro quando qualcuno lo chiamava con
un grado superiore al suo. Tanto più perché aveva da poco fallito proprio il test del
concorso per Commissari di Polizia.
Ma
quello che bruciava adesso, era l’aver perso un delinquente molto importante:
un vigilantes che si sta facendo conoscere da qualche tempo nella sua cittadina
di provincia. Non ha nome, non ha volto.
Alcuni giornali locali lo chiamano Zorro, perché veste tutto di nero. C’è chi lo chiama Punitore, perché colpisce solo i delinquenti e la
criminalità organizzata. C’è chi lo sta osannando come un supereroe. Ma è un
fuorilegge. Un ladro e un assassino, tutto qui.
Quello
che i giornali non sanno, è che il loro vendicatore mascherato lascia una bella
lista dei reati – o peccati se volete –
che la vittima ha commesso in vita. Almeno non lo sapevano fino a questa
mattina.
Dopo
il terzo omicidio, il vice questore aggiunto ha chiesto dei rinforzi, che
tardano ad arrivare. E con questa sera siamo a quattro.
Quattro
omicidi in quindici giorni. Un bel record. Tutti membri della malavita
organizzata. Tutti brutti ceffi che hanno alle spalle più reati che anni di
vita.
La
polizia cerca di incastrarli da anni, loro e i padrini che li capeggiano. Ed
ora, sembra che la soluzione sia arrivata.
Dal
rapporto dell’ispettore Magliai:
[omiss]
Il cadavere è stato trovato in posizione supina, con occhi e bocca spalancati,
come in una espressione di stupore. Il corpo non presenta segni di
colluttazione, di armi da taglio o da fuoco. Come i cadaveri rinvenuti in
precedenza (di cui rapporti n.81 del 14/04/2011, n.83 del 17/04/2011 e n.90 del
23/04/2011), presenta bruciature da scossa elettrica sul braccio destro e sulla
mano sinistra. [omiss]
Da
“Liberi nel sud” – quotidiano locale gratuito – del 28/04/2011
…
Quest’uomo
di coraggio e sicuramente vicino alle forze dell’ordine, ha già perpetrato
quattro omicidi a scapito di uomini appartenenti a cosche mafiose della zona. La
mafia sta subendo un duro colpo e la gente si sente di ringraziare questo
vigilantes che opera per la comunità. Le illazioni sul conto di questo “punitore”,
di persone che vedono gli omicidi come regolamenti di conti tra bande, vengono
sfatate da indiscrezioni della Polizia. Questa mattina infatti, è stato reso noto che accanto ai
corpi delle vittime sono state trovate delle liste di reati probabilmente
commessi o commissionati dai quattro. Non resta nessun dubbio su questo eroe
dei nostri giorni, deciso a mettere fine a questa (troppo) lunga tradizione di delinquenza
nella nostra terra.
Quando
le forze dell’ordine dormono, dove la burocrazia della magistratura ostacola,
come un fulmine a ciel sereno, un uomo si sveglia e agisce.
…
“Non puoi continuare così! Sta sera ti stavano
quasi per prendere!”
“Non
mi prenderanno, conosco la zona molto meglio di loro, ci facevo parkour prima
ancora lo chiamassero parkour.”
“Si
ma non puoi continuare ad ammazzare la gente! Lo capisci o no?”
“Loro
ammazzano e poi vanno in chiesa, rubano e poi si fanno vedere alle cene di
beneficenza, schiavizzano la gente, e poi si comportano dai filantropi di
fronte alle autorità: avranno lo stesso trattamento da me. E dovranno capire
che sto arrivando, contando gli sgherri che gli rimangono.”
“Quindi
li vuoi far fuori tutti, vero? Non ci sto, non ci sto più!”
“Quelli
che ho ammazzato erano due mammasantissima
e due picciotti quasi intoccabili.
Voglio che abbiano paura e capiscano che posso arrivare a chiunque.”
“No,
no, no… è la polizia che li deve arrestare, i carabinieri. Vanno messi in
galera, non è giusto ammazzarli, anche se loro hanno ammazzato.”
“Non
hanno prove, lo sai. Lo sai perché la chiamano piovra? Perché ha contatti
dappertutto: politici, polizia, giudici corrotti. Per questo prospera. Io sbatterò
la testa di questo polpo contro la roccia più dura che c’è.”
“Ricordati
due cose dei polpi: uno, alcuni sono velenosi e pericolosi; due, preferiscono
perdere un tentacolo o due piuttosto che morire. Sono sfuggenti e viscidi. È difficile
tenerli fermi…”
“Se
non sai come fare!”
“Se
ne ammazzi ancora non ti aiuto più. Stordiscili, mutilali se devi, ma basta
omicidi. Ti prego.”
“Sarà
più difficile, sai? Non pagheranno mai per i loro reati. Ci proverò. Vieni qua,
fatti abbracciare fratellino.”
“Eh
trovati un nome, non mi va che i giornali ti chiamino Zorro!”
“E
allora tu sarai Lampu e io Tronu: Lampu
mi li llampa e Tronu mi li ‘ntrona!”
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